Beto Shwafaty
Gifts, Trades and Bargains – Cultural Diplomacy in the case of Brazilian Embassy at Palazzo Pamphilj

Il workshop Gifts, Trades and Bargains – Cultural Diplomacy in the case of Brazilian Embassy at Palazzo Pamphiljsi sviluppa a partire dall’analisi di Palazzo Pamphilj, esempio di architettura barocca progettato da Francesco Borromini, insieme a Girolomo Rainaldi, per volere di Innocenzo X. Nel corso degli anni, il palazzo e’ stato affittato e successivamente venduto per diventare la sede dell’Ambasciata Brasiliana dal 1960.

A partire da questo caso emblematico, Shwafaty pone alcune questioni per interrogare il ruolo della cultura nei processi di rivisitazione e semplificazione dei rapporti coloniali passati e presenti: quali relazioni economiche, politiche e sociali intercorrono tra l’Italia e il Brasile? In un paese come il Brasile, con forti flussi migratori italiani, possiamo parlare di colonialismo culturale? Quale ruolo gioca nella diplomazia internazionale la cessione di opere d’arte e la cultura in genere?

Centrando le sue azioni su queste domande e sull’analisi storica di Palazzo Pamphilj, l’artista conduce i partecipanti in un percorso di risignificazione del luogo/monumento per comprendere quali possano essere le strategie artistiche, istituzionali e sociali per affrontare questo patrimonio così problematico.

 Il workshop si è svolto per tre giorni con una ventina di partecipanti, studenti e non, per discutere dei rapporti coloniali tra paesi occidentali e latinoamericani, e del ruolo dell’artista nel risignificare simboli e monumenti che racchiudono la storia di queste relazioni egemoniche.

Seguendo questa prospettiva, si è guardato all’edificio come ad un “dispositivo” che ha consentito l’emergere di diverse narrazioni e processi: accordi reciproci, progetti economici e culturali, eventi pubblici, campagne di propaganda; rintracciando gli aspetti della lunga tradizione diplomatica brasiliana all’estero, in particolare con l’Italia e nel contesto delle migrazioni italiane che hanno raggiunto il Brasile da fine Ottocento.

Il gruppo ha costruito, attraverso un processo di raccolta dei simboli osservati e delle fonti raccolte, un archivio di storie possibili e impossibili sull’identità brasiliana in dialogo o imprigionata in uno dei più importanti edifici della storia moderna occidentale.