Beto Shwafaty
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Nella sua pratica, Beto Shwafaty si concentra sul modo in cui episodi storici possono lasciare tracce sulla cultura ed essere riecheggiati in oggetti, monumenti, spazi e strutture socio culturali, che di conseguenza producono significati e comportamenti condivisi.
L’artista agisce utilizzando una vasta gamma di materiali e metodologie, come il pensiero curatoriale, le strategie di critica istituzionali, la ricerca archivistica, per attivarli come elementi narrativi e prove che ci informano sui diversi aspetti del nostro tempo presente.
In occasione del workshop Gifts, Trades and Bargains – Cultural Diplomacy in the case of Brazilian Embassy at Palazzo Pamphilj, l’artista introduce la sua pratica in relazione a contesti storici, coloniali, pubblici e urbani attraverso i progetti Hablemos de Reparaciones, The Phantom Matrix (Old Structures, New Glories), Remediations, Sugar in the Vene, in dialogo con i curatori Sara Alberani e Valerio Del Baglivo, gli studenti e i partecipanti al workshop.
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Beto Shwafaty – The Phantom Matrix (Old Structures, New Glories), 2016. Foto Filipe Berndt
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Beto Shwafaty – Remediations, Still video, 2009-2014